di Timothy Brock

 

Nel 2000 sono stato a Ginevra per raccogliere materiale su Chaplin in vista di una sessione di registrazione di una colonna sonora che avevo scritto per il documentario di Kevin Brownlow, The Tramp and the Dictator (2001). Era la prima volta che mettevo piede negli archivi di Chaplin, dopo aver appena terminato il restauro di Tempi moderni (del 1936), l’ultimo suo film muto, e il primo dei 14 restauri di colonne sonore che ho realizzato per gli eredi del grande artista negli ultimi 24 anni.

È in quell’occasione che ho potuto vedere la partitura originale manoscritta de Il grande dittatore (del 1940), ovvero la prima avventura di Chaplin nel cinema sonoro.
Avendo avuto il privilegio di restaurare e dirigere alcune delle colonne sonore più iconiche del suo cinema muto – Luci della città (1931), Il circo (1928), La febbre dell’oro (1925), Il monello (1921) –, ho pensato più volte, riguardo a Il grande dittatore, che era un terribile peccato che non si trattasse di un film muto, perché non avremmo mai avuto l’opportunità di ascoltare questa incredibile colonna sonora dal vivo. Del resto, pochissimi film sonori, per non parlare dei film classici, all’epoca furono proiettati con orchestra dal vivo, e ritenevo che sia questa colonna sonora sia quella di Luci della ribalta (la musica per la quale Chaplin vinse l’Oscar) fossero strettamente limitate a potenziali sale da concerto.

Ma ora che la tecnologia ce ne offre la possibilità, e che la famiglia Chaplin è d’accordo, ecco che si presenta un’altra occasione per testimoniare il suo talento come compositore.

Nel 1940, egli girava film da oltre un quarto di secolo, e aveva sviluppato la propria presenza cinematografica (muta) in un linguaggio unico, anche grazie all’aiuto e all’attenzione alla musica. Come nella maggior parte dei suoi film precedenti, per Il grande dittatore Chaplin passò mesi a comporre la colonna sonora e a lavorare con il suo direttore d’orchestra, in questo caso un giovanissimo Meredith Willson. Come al solito, egli fu il peggior critico di sé stesso, scartando quasi due terzi della musica totale che aveva composto: solo nella prima bobina furono tagliati sette spunti musicali distinti. Ma ciò che è rimasto costituisce alcuni dei passaggi più potenti e vivaci dell’opera di Chaplin.

In questo caso egli compone una musica che identifica profondamente con il sé stesso rappresentato dal barbiere ebreo: come nel caso del bellissimo tema ricorrente, intitolato “Zigeuner”, per le scene in cui il suo personaggio è più vulnerabile e abbattuto; un valzer stravagante e surreale chiamato “Stagger Dance”, quando viene accidentalmente colpito alla testa da una padella; poi una danza di ispirazione ebraica, “The Ghetto”, che riflette lo spirito e la forza d’animo del popolo ebraico.

Per quanto riguarda il suo personaggio Adenoid Hynkel, Chaplin segue, invece, una rigorosa linea a base di marce militari, musica da parata e tableaux musicali pseudo-greci. Brani in cui è chiaro il suo messaggio personale ai regimi fascisti. La prima marcia è un pezzo pesantemente intitolato “The Horse’s A-manship (Assmanship) March” che fa grande uso degli ottoni più bassi. Scrive anche una marcia di tarantella, per accompagnare la scena dell’arrivo di Benzino Napaloni alla stazione ferroviaria.
Chaplin, ardente ammiratore e profondo conoscitore della musica sinfonica classica, la utilizza in quasi tutti i suoi film. In questo caso, ci regala due sequenze, ormai divenute paradigmatiche per entrambi i personaggi che interpreta, costruite nel vero linguaggio del cinema muto – sequenze, infatti, che non contengono dialoghi: la prima è la Danza ungherese n. 5 di Johannes Brahms che fornisce al barbiere un accompagnamento molto animato, ispirando una vivace rasatura a un ignaro cliente (Chester Conklin); la seconda, la “Bubble Dance”, per un effetto ancora maggiore utilizza, in un panorama sublime, il Preludio del Lohengrin di Richard Wagner. Qui Hynkel ha il mondo sulla punta delle dita, mentre la natura delicata ed eterea della musica cattura, in modo così poetico, la fragilità del mondo sull’orlo della guerra.
Credo infine che Il grande dittatore contenga una delle composizioni più belle e ispirate che Chaplin abbia mai scritto:
“Hope Springs Eternal” è un brano lento e struggente che l’autore utilizza inevitabilmente nei momenti più bui del film, come a fornire un barlume di speranza quando tutto sembra perduto.

Egli ben conosceva e capiva il potere della musica, ed è per questo che scriveva da sé quella per i suoi film: era troppo importante per lasciarla ad altri compositori.

 

Bologna, giugno 2023
(Dal programma di sala del concerto che si terrà venerdì 21 luglio a Pavaglione di Lugo, in occasione di Ravenna Festival)

 

 

Timothy Brock

Riconosciuto come uno dei massimi esperti al mondo nel campo della musica per film, e non solo, ha diretto importanti orchestre quali New York Philharmonic, Royal Philarmonic Orchestra, Los Angeles Chamber Orchestra, Chicago Symphony, BBC Symphony, Orchestra della Radio Austriaca, Accademia di Santa Cecilia, poi tutte le principali orchestre di Francia, e ancora Rotterdam Philarmonic, Tonhalle di Zurigo, Orchestra della Suisse Romande, Orchestre della Toscana, del Teatro Massimo di Palermo e del Comunale di Bologna. È inoltre ospite regolare di sale quali Konzerthaus di Vienna, Barbican di Londra, Philharmonie di Parigi, Bozar di Bruxelles, Maison de Radio France, Teatro de la Zarzuela di Madrid, Auditorium di Lione. Nel dicembre del 2011 ha debuttato alla Salle Pleyel di Parigi e, nel corso di quella stagione, si è esibito per ben due volte con la New York Philharmonic dove è tornato nuovamente nel 2015 e nel 2016 e con la quale è stato in tournée a Shanghai nell’estate del 2016. Negli ultimi anni ha debuttato a Montreal, Tokyo, Kuala Lumpur, Lisbona, ed è tornato come sempre a Madrid, Parigi, Lione, Londra, Glasgow, Vienna, Roma, Firenze, Milano, Torino.
Nato a Olympia nello stato di Washington nel 1963, è attivo come direttore e compositore, specializzato nel repertorio della prima metà del XX secolo e in rappresentazioni di film muti con accompagnamento musicale. Tra le sue composizioni si segnalano tre sinfonie, due opere e diversi concerti per strumento solista e orchestra, nonché oltre 20 colonne sonore originali per film muti.
Durante la sua carriera ha presentato oltre 30 prime esecuzioni per il Nord America, di autori tra cui Šostakoviˇc, Eisler, Schulhoff.
Nel 1999 la Fondazione Chaplin gli ha chiesto di restaurare la partitura originale di Tempi moderni: da quel momento è iniziata una proficua collaborazione tra la famiglia Chaplin e la Cineteca Nazionale di Bologna che ha portato al restauro delle musiche originali di tutti i grandi capolavori di Charlie Chaplin, che Brock ha eseguito praticamente in tutto il mondo.
Ha scritto musiche per film di Buster Keaton, Ernst Lubitsch, Robert Wiene, Friedrich Wilhelm Murnau, Fritz Lang, John Ford e molti altri ancora; inoltre, ha restaurato celebri colonne sonore come quella di Nuova Babilonia di Šostakoviˇc e quella di Cabiria di Pizzetti/Mazza. Tra gli ultimi impegni si segnalano concerti a San Francisco, due concerti alla Philharmonie di Parigi e a Bruxelles, una nuova produzione di West Side Story al Teatro Comunale di Bologna, il recente debutto al Teatro San Carlo di Napoli con Lady Be Good di Gershwin, oltre alle regolari produzioni con le principali orchestre da Tokyo a Montreal, da Vienna a Parigi e i debutti a Stoccolma, Copenhagen, Macao e San Francisco.