Consigliato a chi vuole chiarirsi un dubbio… 

Beethoven, a proposito della sua Pastorale, preoccupato di una lettura in chiave descrittiva precisò che l’opera

“era più espressione di sentimenti che pittura”.

Eppure elementi illustrativi, addirittura onomatopeici, hanno ampio rilievo, basti pensare allo ‘Sturm’: il temporale con le furibonde esplosioni di sonorità. La fine di esso, con il passaggio all’Allegretto, si può considerare uno dei momenti più toccanti di tutta la sinfonia.

Dedicato agli innamorati di Čajkovskji (sono moltissimi) che si dichiarano affascinati dalle sue musiche, così pervase da una sensibilità estenuata e da una naturale eleganza. Presentano tratti talora distintamente russi, sia nella predilezione per il modo minore, sia soprattutto nel profilo delle melodie, talvolta ricavate dalla tradizione popolare o dalla liturgia ortodossa. Del famoso primo movimento del suo Concerto per violino, riportiamo le significative parole di Sergio Sablich sul finale, dal punto in cui si avverte il crescente virtuosismo del violino che diventa assoluto protagonista: “dalle profonde cavate sulla quarta corda alle funamboliche ascese sulle vette dell’ebrezza non si compie solo un tragitto, si materializza un’anima”. A coloro che lo amano, Čajkovskji si rivolge in modo irresistibile:

la natura mi ha dotato di un talento musicale nel quale credo, del quale non dubito, di cui vado orgoglioso, anche soltanto perché la mia musica reca conforto e piacere a persone come Voi.