Che fai tu Luna in ciel

La Luna nei canti di Giacomo Leopardi
Superba è la notte

12

lug
12
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Ore
21:00

Stagione
Concerti per l'estate
Luogo
  • Casa della Musica, Cortile d'Onore, Parma (piazzale S, Francesco 1)
Artisti
  • QUARTETTO SPILVILLE
    Alice Costamagna, Simona Cazzulani violini
    Ilaria Negrotti viola
    Maria Cristina Mazza violoncello

    Bruno Stori, Maurizio Cardillo voci recitanti

Programma
  • Franz Schubert, Momento Musicale in fa minore n.3
    Giacomo Leopardi, Odi Melisso (frammento XXXVII)

    Komitas Vartapet, Due Miniature Armene per quartetto d'archi
    (arrangiamento di Sergej Aslamazyan)
    Giacomo Leopardi, Alla luna // Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

    Johann Sebastian Bach, Contrappunto n. IV da Die Kunste der Fugue BWV1080
    Giacomo Leopardi, Dialogo della terra e della luna (dalle Operette morali)

    Franz Schubert, Allegro dal Quartetto n.10 in mi bemolle maggiore op.125 n.1 D. 87

    Robert Schumann, Traumerei
    Giacomo Leopardi, Il tramonto della luna (frammento XXXIX)

    Giuseppe Verdi, Andantino dal Quartetto in mi minore
    Giacomo Leopardi, La sera del dì di festa // L'infinito

    Claude Debussy, Clair de lune (da Suite bergamasque)

     

    CHE FAI TU LUNA IN CIEL

    La luna nei Canti di Leopardi
    I Canti di Leopardi: la poesia italiana che più di ogni altra si avvicina all’esperienza assoluta della musica. La sublime orecchiabilità dei versi leopardiani ci pone di fronte ad un miracolo letterario ed umano, un miracolo in cui la forma rivoluzionaria dei versi è un’unica cosa con i contenuti.
    Nel canzoniere leopardiano la luna è il tema lirico più visitato.
    Graziosa, intatta, solinga, eterna, quieta, benigna, candida, vezzosa, immortale: così, e in altri modi ancora, il poeta definisce la luna.
    L’astro notturno è irriducibile diversità, alterità muta e misteriosa, e insieme specchio della condizione umana.
    Il primitivo stupore dell’uomo nell’osservare il cielo notturno è uno dei motivi trasversali della poesia di Leopardi, che trasfigura tale meraviglia in una riflessione filosofica di duplice natura. Da un lato la luna è infatti spettatrice indifferente della sofferenza umana; dall’altro è confidente benevola, solidale compagna, permettendo all’uomo di porre le domande necessarie, originarie - e tuttavia senza risposta - che lo elevano a esser senziente e consapevole di sé: perché si nasce? Perché si muore? qual è il significato dei desideri, della speranza, della sofferenza?
    La luna dunque appare insieme come manifestazione e riflesso della voce del poeta, una voce votata all’immersione nell’interiorità piuttosto che alla scoperta delle effimere apparenze della cosiddetta realtà.
    Maurizio Cardillo e Bruno Stori

Tutte le date

12

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Che fai tu Luna in ciel