Una
stagione coi baffi

Il saluto di Alberto Triola

Una stagione coi baffi

Proprio così: “coi” baffi. Un’espressione colorita, familiare per ricordare un detto dei nostri nonni riferito a qualcosa di prelibato che non possiamo assolutamente lasciarci scappare.
La stagione concertistica 2019/2020 porta tali caratteristiche racchiuse da una denominazione, “La Toscanini”, che esalta una consuetudine: il modo di dire proprio del pubblico di questo territorio. Nello stesso tempo riflette gli echi di un ricco passato con una storia insigne attraverso la quale si vuole creare una tensione con il presente.
Il passato della nostra Fondazione ci riporta a Toscanini, e bisogna ripartire da Toscanini per riordinare i fili che servono a legarci anche al futuro, alle nuove generazioni che il Maestro aveva in alta considerazione.
Consuetudine, tradizione, senso d’appartenenza al territorio, alla collettività stanno dietro all’idea di fondo della stagione il cui cuore pulsante, rappresentato dal grande direttore, diventa l’archetipo in base al quale sono state attuate le scelte rispetto a quei nomi di direttori che in maniera differente, con la loro personalità d’interpreti, esprimono rigore, talento, estro e impegno.
Immersa nella tradizione, nel segno della classe e dell’autorevolezza, si colloca la nuova immagine, insieme al logo, secondo un’idea propria dei vecchi marchi che trasudano una storia e dei valori.
Una T grande e l’altro segno, il baffo, non è irriverente quanto piuttosto sdrammatizza, toglie enfasi e, nell’istituire un aggancio con la contemporaneità, rende questo passato il più vicino possibile a noi. La T come sintesi, sigillo dello spirito toscaniniano, di un passato rievocato con stile,elegantemente e legato all’oggi non in modo superficiale o dissacrante. È che si vuole tenerconto dei tempi rapidi, veloci e dei canali di comunicazione che esigono, per essere efficaci,un tratto identitario e iconico.
Nel riflettere lo spirito che ispira il nuovo corso, anche i colori sono toscaniniani: l’azzurro è quello della carta da lettera e il blu notte profondo, quello dell’inchiostro. Il suo inchiostro… Non si resiste alla suggestione di ricollegare al Maestro tutto, compreso il materiale che presentiamo al pubblico in forma stampata. Il rimando è continuo, poiché il colore è una frequenza energetica, un’onda di vibrazione, quindi la frequenza corrispondente all’azzurro che egli amava a cui affidava il proprio intimo pensiero, diventa la nostra, avendo scelto di vibrare con essa.