Il segno di Cantelli

Esposizione dedicata al direttore Guido Cantelli
nel centenario della nascita 1920-2020

dal 9 al 31 ottobre 2020

Parma | Auditorium Paganini e Centro di Produzione Musicale ``Arturo Toscanini``

Al ragazzo degli dei

Intransigente, nel contempo timido e umile con tutti ma non dinanzi all’orchestra, animato da un profondo idealismo e da un’inesauribile capacità di lavoro Guido Cantelli ovvero il ragazzo degli dei (così lo definì Elisabeth Schwarzkopf) nacque cent’anni fa il 27 aprile 1920 a Novara.

Guido Cantelli non fu solo il direttore prediletto, ma anche amico amatissimo di Arturo Toscanini.

Alla luce di questo privilegiato legame con il Maestro – grazie al quale egli stesso appare sotto una luce nuova quanto inaspettata – La Toscanini (in collaborazione con il Centro Studi Guido Cantelli, Biblioteca del Conservatorio di Novara) desidera ricordare Guido Cantelli nel centenario della nascita e approfondire la sua incredibile caratura di artista attraverso la mostra Il segno di Cantelli, allestita dal 9 al 31 ottobre 2020 nell’Atrio dell’Auditorium Paganini nei giorni dei concerti della Filarmonica Toscanini e nell’Atrio Päer del Centro di Produzione Musicale “Arturo Toscanini” nelle altre giornate.

Mai, prima dell’incontro con Cantelli, Toscanini aveva concesso tanta fiducia ad un giovane; tuttavia, su quel giovane non aveva dubbi: “assomiglia a me”, dichiarò in un’intervista rilasciata alla rivista Time.
Fu in uno dei suoi ritorni in Italia che lo ascoltò in un concerto, e immediatamente lo elesse suo erede.
Toscanini, che non amava Furtwängler, Walter, o Kleiber, che addirittura chiamava pagliacci direttori come Stokowski e Mengelberg, trovava invece perfette le interpretazioni del giovane Guido.

Fu in uno dei suoi ritorni in Italia che lo ascoltò in un concerto, e immediatamente lo elesse suo erede.

Toscanini, che non amava Furtwängler, Walter, o Kleiber, che addirittura chiamava pagliacci direttori come Stokowski e Mengelberg, trovava invece perfette le interpretazioni del giovane Guido.

1948-1956. Questi gli estremi cronologici della sua arte interpretativa: dall’esaltante debutto scaligero del 21 maggio 1948 seguito dall’invito di Toscanini a dirigere la “sua” Orchestra Sinfonica della NBC a quando il 24 novembre alle ore 0.35 l’aereo su cui viaggiava, appena levatosi in volo sopra Orly (Parigi), prese fuoco; da poche settimane era stato nominato direttore musicale del Teatro alla Scala. Purtroppo soltanto dopo otto anni, quel talento e quelle promesse svanirono nella terribile sciagura.

“Cantelli appena ventottenne, era in grado di rivelare una fisionomia ben precisa; non era infatti soltanto un buon musicista diventato un bravo direttore d’orchestra ma era “il” direttore tout court: la sua vocazione, realizzata con determinazione inesorabile, era perentoria e assoluta.”

Così Luigi Bellingardi ne parla, in riferimento al debutto scaligero.

Alla luce dei suoi straordinari successi, la storia della sua vita spezzata a 36 anni, costituisce una sorta di epopea.

La mostra ripercorre le tappe essenziali della folgorante carriera del direttore, intrecciate con la sua esistenza, attraverso oggetti, partiture e fotografie che ne documentano i trionfi.

Da Novara a New York, poi Londra e Vienna con alcune tra le principali orchestre del mondo – la Scala, la NBC Symphony e la New York Philharmonic, la Boston Symphony, la Philadelphia Orchestra, la Filarmonica di Vienna e la Philharmonia di Londra – e con i maggiori solisti del periodo: Artur Rubinstein, Wilhelm Backhaus, Nathan Milstein.

Nella mostra le vicende della vita del direttore, intrecciandosi con la rinascita e la ricostruzione dell’Italia dopo la fine della guerra, contribuiscono a renderlo una sorta di “eroe della musica” la cui memoria non deve essere cancellata.

Il maestro Cantelli aveva qualche anno in meno di me, ma nonostante questo esercitava su di me un fascino particolare. Ascoltavo i suoi racconti, lo seguivo con entusiasmo e provavo orgoglio per questo giovane talento italiano così famoso nel mondo

Pietro Barilla

Tra i musicisti ho avuto un vero amico, il maestro Cantelli. Era un giovane di sentimenti particolarmente nobili.

Enzo Ferrari

Cantelli non si risparmiava mai. Per lui le prove erano un vero e proprio concerto.

Norina Semino, violoncellista della Philharmonia Orchestra

Aveva un gesto chiaro e mani belle, sapeva tenere in pugno l’orchestra e otteneva ciò che voleva. Non aveva bisogno di imitare nessuno perché la sua personalità artistica era sicura e convincente

Enrico Minetti, primo violino dell’Orchestra della Scala

È la prima volta, durante la mia lunga carriera d’artista, che trovo un giovane veramente dotato di quelle qualità che non si discutono, ma che sono le vere, quelle che portano un artista in alto – molto in alto. Ora spero che Dio lo conservi sempre così buono – semplice e modesto – modesto ben s’intende verso la sua arte.

ARTURO TOSCANINI

Egli andrà lontano, molto lontano.

ARTURO TOSCANINI

Assomiglia a me.

ARTURO TOSCANINI

Sono felice di informarla del grande successo di Guido e che l'ho introdotto nella mia orchestra, che lo stima molto come me del resto. Questa è la prima volta nella mia lunga carriera che io ho incontrato un giovane così dotato.

ARTURO TOSCANINI
L’esposizione è realizzata in collaborazione con il ‘Centro Studi Guido Cantelli’, Biblioteca Conservatorio di Novara.

ORARI DI APERTURA

L’esposizione, ad ingresso gratuito, sarà allestita presso l’Atrio Paër del Centro di Produzione Musicale “Arturo Toscanini”:
da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.
Chiuso la domenica, il lunedì e i festivi.

Nei giorni 9-10 e 30-31 ottobre l’esposizione sarà spostata in Auditorium Paganini e sarà accessibile al pubblico, in possesso del biglietto del concerto della serata, a partire dalle ore 20 e fino al termine del concerto.