Arturo
Toscanini

dalla storia di un genio alla nascita di una grande orchestra

1867

nascita di un mito

Il 25 marzo 1867 Arturo Toscanini nasce a Parma nella casa di borgo San Giacomo, ora borgo Tanzi.

I suoi genitori Claudio Toscanini e Paolina Montani sono sarti, hanno spirito garibaldino e risorgimentale, cantano e amano la musica.

Arturo studia violoncello, pianoforte e composizione alla regia Scuola di Musica, l’attuale Conservatorio di Parma. E già da semplice allievo emerge sugli altri.

Nel 1886 viene scritturato dall’impresario Claudio Rossi per entrare a far parte come violoncellista e secondo maestro di coro in una compagnia operistica. E via!, in giro a far musica.

Durante la tournée in Sudamerica a Rio, nell’Aida di Verdi, Toscanini, incitato da alcuni colleghi strumentisti, prende la bacchetta (il direttore aveva abbandonato l’orchestra!), chiude lo spartito e incomincia a dirigere l’opera a memoria: un trionfo! Ed inizia così la carriera di direttore a soli 19 anni.

Al suo rientro in Italia è chiamato al Teatro Regio di Torino ed anche al Teatro La Scala di Milano e comincia a dirigere nei maggiori teatri italiani le opere del grande repertorio.

1886

direttore quasi per caso

1901

la regia è nella musica

Era tipico del suo carattere voler fare una cosa sola nella vita e volerla fare perfettamente.

Nel periodo di lavoro alla Scala (il ‘suo’ Teatro) riforma il modo di rappresentare e di assistere dell’opera: chiede illuminazione e posizionamento in buca per orchestra, luci basse in sala, elimina i bis, vieta ingresso in sala per i ritardatari, cerca unità d’intenti tra cantanti, orchestra, coro, messa in scena, ambientazione e costumi.

Il pubblico viene educato a considerare il teatro non come una fonte di svago, ma come un ente dotato di una funzione morale ed estetica che penetra nella vita della società e nella vita di una cultura.

Nel 1908 diventa direttore del Metropolitan di New York (dopo tanti successi alla Scala): dirige 7 stagioni newyorkesi e 446 rappresentazioni di 31 opere.

Gli Stati Uniti diventano la sua seconda Patria. Ma non scorda il proprio Paese: durante la prima guerra mondiale rientra in Italia e dirige soprattutto concerti di beneficenza presenziando musicalmente anche al fronte.

1908

tra il nuovo mondo – l’Italia e l’Europa

1920

il successo mondiale

Il primo amore non si scorda mai: nel 1920 diventa direttore plenipotenziario della Scala. Crea una nuova orchestra con la quale effettua tournée in Italia e negli Stati Uniti: 68 applauditissimi concerti e l’incisione dei primi dischi.

Inizia il periodo d’oro scaligero: esecuzioni smaglianti, ampliamento del repertorio, cura di tutti (ma proprio tutti!) i particolari dell’esecuzione. Ormai la sua fama è da autentica star: dirige nei più importanti teatri d’Europa tra i quali Bayreuth, Vienna, Salisburgo…

Amore per la sua Patria; senza ‘se’ e senza ‘ma’: nel 1931 Toscanini è a Bologna per un omaggio al compositore Giuseppe Martucci, ma si rifiuta di dirigere prima del concerto la Marcia reale e Giovinezza ed è aggredito e schiaffeggiato da un gruppo di fascisti.

È una Italia che ormai non gli appartiene e decide di non dirigere più fino a quando rimarrà al potere il regime fascista. A seguito di questo suo impegno civile è chiamato a dirigere la neonata orchestra di Palestina formata da ebrei fuggiti dall’Europa per salvarsi alle persecuzioni naziste.

1931

lo schiaffo

1937

Toscanini on air

Nel 1937 ancora Stati Uniti: debutta sul podio della NBC Symphony Orchestra formata appositamente per lui con i migliori musicisti americani; i suoi concerti vengono radiotrasmessi dalla Radio Corporation of America in tutto il Paese con successi da pop star.

Anche la televisione inizia a trasmettere i grandi concerto del Maestro. Un nuovo numerosissimo pubblico ascolta la sua musica.

Toscanini diventa un vero e proprio idolo, una macchina mediatica di rara efficacia così che il suo arrivo dall’Europa è orchestrato secondo i più efficaci dettami pubblicitari: i fotografi non aspettano neppure che la nave attracchi per salirvi a bordo, accecando il maestro con i suoi flash e provocando, come di consueto, uno dei suoi tremendi scatti d’ira.

Con la fine della guerra è auspicato il suo rientro in Italia. Nel 1946 torna alla Scala. “Dopo qualche sorriso perentorio fu l’invito a faticare, l’incitamento a sudare accompagnato dal conosciuto gesto dell’indice accusatore e dalle sue occhiate. Più di un fazzoletto fu lacerato senza pietà, e molte bacchette spezzate e gettate al vento.

Il nostro Maestro era tornato.” Scrive Enrico Minetti, spalla dell’orchestra. Per i suoi 80 anni Toscanini regala 2 milioni di lire alla Casa di Riposo per musicisti di Milano.

1946

il ritorno del Maestro

1954

l’ultimo concerto

Nel 1950 torna oltreoceano con una trionfale tournée statunitense di nuovo alla guida della NBC Symphony orchestra

Il 4 aprile 1954 dirige il suo ultimo concerto interamente dedicato a Wagner alla Carnagie Hall di New York con la NBC Symphony Orchestra.

Il 16 gennaio 1957 muore nella villa di Riverdale, un sobborgo di New York. Qualche giorno dopo, a Milano una folla immensa gli dà l’ultimo saluto prima della sepoltura al cimitero monumentale.

1957

l’ultimo viaggio di Toscanini